Ricostruita nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Trieste, fu la prima a riprendere servizio il 1° giugno 1937 e con la gemella Giulio Cesare costituì all’inizio del conflitto l’unica coppia di corazzate di cui disponeva la Marina Italiana.
All’inizio del conflitto venne ulteriormente modificata (vedere documentazione 0313), ma ebbe un’attività bellica irrilevante in quanto, dopo il siluramento del 12.11.1940 nel Mar Grande di Taranto, non riprese più servizio.
Sono disponibili undici tavole, eseguite per la consegna della nave, con: piano di costruzione, sezione longitudinale, ponte di coperta, soprastrutture, copertino superiore, copertino inferiore, 2° corridoio, n .21 sezioni trasversali e stiva.
I piani mostrano la nave con le due caratteristiche catapulte vicino al fumaiolo poppiero, poi eliminate.
Le due navi, pressoché uguali dell’aspetto esteriore, vennero armate con cannoni da 320/44 (arma n. 2035), da 120/50 (n. 2272), da 100/47 (n. 2425), mitragliere Breda da 37/54 (n. 2658) e da 20/65 (n. 2690).
Adottarono le seguenti imbarcazioni: lance da m. 13 (n. 403), diesel barche da m. 12,25 (n. 404), lancia da regate da m. 10,45 (n. 150), motoscafi da m. 10 (n. 406 e n .455) e lance insommergibili da m. 8,60 (n .308).